La presa suggerita dalle guide americane per l’attraversamento delle forti correnti: le canne bloccate negli appositi passanti dei gilet  e, cosa più importante, uso del bastone da guado. Questo é il modo più sicuro per affrontare un guado impegnativo.
Molto tempo prima di dedicarmi alla pesca, ho usato stivali e stivaloni di gomma per cacciare in terreni umidi, in particolare per la caccia in palude ad anitre e beccaccini. Avevo quindi familiarità con queste calzature, così utili per camminare nel  fango e nell’acqua, ma anche pericolose nel caso di una caduta in acqua da un barchino. La stagione generalmente fredda, l’impaccio di fucile, cartucciera ecc., potevano provocare tragici incidenti, stante l’impossibilità di muovere in un tentativo di nuoto, le gambe appesantite dagli stivali pieni d’acqua. Ricordo alcuni amici salvatisi miracolosamente, ma anche due giovani tragicamente scomparsi in un lago laziale.
Quando ho cominciato a pescare a mosca, mi sono reso conto dell’indispensabilità degli stivali per la pesca in torrente e dei waders per la pesca nei grandi fiumi: attraversare un corso d’acqua, o entrarvi per una corretta presentazione della mosca, era una cosa necessaria, ma pericolosa. La familiarità con l’acqua (l’essere cioè buoni nuotatori, o addirittura esperti subacquei) poteva certo aiutare, se non altro a vincere il panico, ma occorreva un’esperienza specifica per superare le situazioni di crisi. Mi ha molto stupito vedere degli amici inesperti di nuoto avventurarsi con i waders in acque profonde o veloci, e magari piene di ostacoli o di rocce scivolose, armati solo di nozioni teoriche, quali l’opportunità di stringere i waders con una robusta cintura. Ho voluto perciò sperimentare il comportamento da tenersi nel caso di caduta in acqua, tra le risate ed i lazzi dei colleghi moscaioli, provando a simulare la caduta in acqua via via più profonda e veloce.
Queste le mie conclusioni.
Con i waders di neoprene è impossibile  andare sott’acqua (come ben sanno i subacquei che usano una muta). E’ sufficiente non farsi prender dal panico, non agitare le gambe appesantite dagli scarponi, fare il morto, e con qualche movimento delle mani cercare di avvicinarsi alla riva, dove arenarsi o aggrapparsi ad un cespuglio. Aggrapparsi comunque con le mani alle ginocchia per tenere la testa fuor d’acqua. Con waders leggeri e non aderenti, di qualunque materiale siano costruiti, chi si agita finisce con la testa sott’acqua e la parte inferiore dei waders che galleggia piena d¹aria. L’unico mezzo per evitare questo rischio mortale, consiste (ammesso che si riesca a non cedere al panico) nel fare il morto per un attimo e subito afferrare con le mani le caviglie. In questo modo è come se si fosse aggrappati ad un salvagente, costituito dalle gambe dei waders pieni d¹aria. Occorre lasciarsi portare dalla corrente che, prima o poi, ci condurrà ad un ghiaione o ad una riva erbosa.
Ho collaudato i miei consigli facendo il bagno in tanti fiumi facili o cattivi, dalla Dora al Ponoi, dall’Adda alla Sava (tra l’altro senza mai prendere un raffreddore). A tutti gli amici consiglio di non temere di farsi prendere in giro dai compagni, ma di provare il comportamento in acqua in condizioni di assoluta sicurezza: assistenza di amici, acque lentissime e poco profonde (magari una piscina per bambini) e non fredde. A quelli che poi hanno minor familiarità con l’acqua,oltre all’ovvio consiglio di non arrischiare mai, suggerirei di usare i waders meno rischiosi, e comunque, nelle condizioni estreme, di non temere di usare un salvavita: gilet o bretelle gonfiabili, o addirittura, nel caso di spedizioni in acque non familiari, un buon giubbotto salvagente che ci tenga a galla e con la testa fuor d’acqua.
Qualora si usino waders non aderenti al corpo (siano essi di gomma o vinile o Gore-tex) essi devono essere muniti di un cordoncino scorrevole in una piega del bordo superiore (da stringere prima di pescare) così da evitare che la parte alta dei waders, stretti in vita, formi alcune pieghe da cui è molto facile imbarcare acqua: esperienza comunque non piacevole! L’ideale naturalmente è di poter fare a meno di stivali e stivaloni, e di poter pescare  a gambe nude: vantaggio non piccolo di quel fascinoso sport che è la pesca in mare sui flats!

Carlo Orombelli